La storia di un'azienda legata a filo doppio col Morellino di Scansano

Moris Farms: Maremma non amara

Quando il fattore umano fa la differenza

Sebbene la coltivazione della vite nella regione abbia origini antichissime, risalenti agli Etruschi, i vini della Maremma non godevano fino a pochi decenni fa della fama dei rossi toscani più nobili e blasonati come il Chianti Classico, il Brunello di Montalcino e il Nobile di Montepulciano. Vuoi per la vicinanza del mare, la cui influenza veniva ritenuta poco favorevole per la qualità dei vini rossi, vuoi per i terreni in parte sabbiosi e per il clima particolarmente caldo, i vini prodotti in Maremma, fino agli anni Settanta del secolo scorso, venivano destinati prevalentemente alla vendita come sfusi, per il consumo domestico o come vini da taglio...

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PER APPROFONDIRE

(approfondimenti a cura dell'Autore)

Affinare l'uso della barrique

Barricaia-Moris_portaleLa scelta del legno è importante per il Morellino Riserva così come per l'Avvoltore, i due vini affinati in barrique dell'azienda (nella foto: la barricaia). “Per quanto riguarda il legno - osserva l'enologo Attilio Pagli - la tendenza è cambiata. Negli anni passati è stato fatto un uso poco attento della barrique che del resto per noi in Italia era uno strumento nuovo, che dovevamo imparare ad usare. Quando nel 1985 usai per la prima volta le barrique non era facile trovare qualcuno che avesse esperienza e fosse in grado di dire qualcosa. A quel tempo Giacomo Tachis fu l'unico che mi seppe aiutare. Non deve stupire quindi che si siano fatti tutti degli errori di gioventù. Oggi pur sapendo che per certi vini la barrique resta indispensabile, l'obiettivo è quello di conservare il frutto, la tipicità e la territorialità dei nostri vini e abbiamo imparato a scegliere i legni che incidano meno sul profilo organolettico e più adatti agli scopi di stabilizzazione, di polimerizzazione ed evoluzione dei vini. Per il Morellino scegliamo legno francese di produttori diversi, tutti con tostature non spinte perché non sono le note di caffè o di cioccolato ad interessarci”.

L'Avvoltore, il falco della Maremma

L'Avvoltore, punta di diamante della gamma dei vini di Moris Farms, nato nel 1988 da un'idea di Attilio Pagli e Adolfo Parentini, prende il nome dal termine dialettale utilizzato per identificare il falco, rapace che non è difficile vedere nei cieli della campagna maremmana. Nelle prime vendemmie furono selezionate le uve Sangiovese e Cabernet Sauvignon migliori dai vecchi vigneti della Fattoria Poggetti a Massa Marittima e furono introdotte pratiche allora innovative per i vini della Maremma, come la vendemmia verde, la raccolta in epoche differenziate e l'uso della barrique. Negli anni successivi l'uvaggio fu poi completato con l'introduzione del Syrah, piantato nel 1990 nel vigneto del Poggio dell'Avvoltore. Oggi l'uvaggio è più o meno costante ed è formato da Sangiovese per circa il 75%, Cabernet Sauvignon per il 20% e Syrah per il restante 5%. “Ci sono state annate ˗ racconta Giulio Parentini - come nel 1996, nel 2002 e nel 2008 nelle quali la qualità dell'uva non ci soddisfaceva del tutto e allora sebbene non sia stato facile (di Avvoltore vengono prodotte circa 40.000 bottiglie ogni anno che rappresentano una quota importante del fatturato aziendale), abbiamo preferito rinunciare a produrre l'Avvoltore, così come è successo in alcuni casi con il Morellino Riserva. Per questo motivo non ci è facile dire se di quelle prodotte una sia migliore o peggiore dell'altra: tutte le annate che abbiamo fatto sono espressione del territorio e di un andamento stagionale che non possiamo scegliere ma del quale siamo stati quantomeno soddisfatti”.

Moris Farms: Maremma non amara - Ultima modifica: 2014-02-05T22:20:49+01:00 da Redazione

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