La gestione dell’ossigeno nel vino è un parametro sempre più determinante per la produzione d’eccellenza. Per questo Nomacorc, azienda leader nel mercato delle chiusure per i vini, da anni porta avanti programmi di ricerca su questa materia. Ma quanto ossigeno serve per fare grande un vino? La risposta prova a darla dalle pagine del blog di Nomacorc Maurizio Ugliano, ricercatore del reparto enologico dell’azienda, suggerendo un valore per l’imbottigliamento, con un dato di riferimento fissato a 2 milligrammi per litro, una quantità in grado di dare ottimi risultati con quasi tutti i prodotti. L’accumulo di ossigeno si verifica in molti momenti: più si è avanti con il processo di vinificazione, maggiore è la cautela da esercitare. Nelle ultime fasi, un’introduzione eccessiva di ossigeno diventa più pericolosa, in particolare per i vini bianchi. Molto dipende dal vino stesso e dallo stile di vinificazione. Ecco allora che l’innovazione viene incontro alle esigenze delle aziende. Per la corretta gestione dell’ossigeno, infatti, non basta scegliere la chiusura più adatta al prodotto, ma è necessario controllare il vino lungo i passaggi di trasformazione. Un’operazione possibile grazie a uno strumento come il NomaSense, capace di coniugare un alto tasso di precisione con la comodità e la maneggevolezza, viste le dimensioni ridotte rispetto ad altri analizzatori. “Da enologo sono molto soddisfatto delle performance del Nomasense – ha dichiarato il docente ed enologo Giuseppe Meglioli – perché a tutti gli effetti dà una risposta immediata a delle domande che mi facevo. L’ossigeno è una delle misure fondamentali nella shelf life del prodotto. Evitare l’ossidazione e la riduzione del vino significa che il consumatore ha di fronte un vino con un profumo molto netto, quello che noi enologi puntiamo a conservare al meglio“.
