In Sicilia rivive la vitienologia degli antichi romani

Come ai tempi di Columella e Virgilio

I testi dei due antichi come riferimento per il progetto

L’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibam-Cnr), in collaborazione con la cattedra di Metodologie, cultura materiale e produzioni artigianali nel mondo classico dell’Università di Catania, ha varato nell’agosto del 2013 il progetto Archeologia del vino in Italia: un esperimento siciliano, con lo scopo di verificare sperimentalmente e tradurre in pratica le antiche tecniche romane di produzione del vino: dal prelievo delle talee fino alla vendemmia, passando per lo scavo delle fosse e l’utilizzo di strumenti antichi ricostruiti.
Testi di riferimento saranno le Georgiche di Virgilio e il De Agricultura di Columella. “Lo scopo dello studio ‒ spiega il direttore dell’Ibam-Cnr, Daniele Malfitanaè duplice: da un lato verificare la fattibilità dalle istruzioni degli agronomi antichi, dall’altro comprendere se queste conoscenze tecnico-pratiche possano essere utili nella viticoltura moderna, anche mediante confronti etnografici tra gli strumenti descritti e utilizzati dai romani e le metodologie e tecniche in uso fino a poco tempo addietro. L’obiettivo è infine la comparazione dei risultati sperimentali con quelli delle indagini archeologiche condotte nell’Italia continentale e in Sicilia”.
L’area piantumata giungerà, nell’arco di un quinquennio, a circa 5000 mq. La prima produzione utile per la vinificazione, dalle viti piantate la scorsa primavera, è prevista entro quattro anni: il primo raccolto sperimentale dovrebbe aggirarsi sui 100 kg di uva e 70 litri di vino, raddoppiabili già dall’anno successivo fino a una previsione di raccolto ottimale di circa 50 quintali per l’estensione completa del vigneto”, conclude Malfitana.

Come ai tempi di Columella e Virgilio - Ultima modifica: 2013-09-15T01:00:14+02:00 da Redazione

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